#Paulloricorda il 19 luglio 1992 viene ucciso Paolo Borsellino
Ultima modifica 8 marzo 2024
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Il 19 luglio del 1992, 28 anni fa, a Palermo, il magistrato Paolo Borsellino, simbolo con il Giudice Falcone della lotta contro la mafia, veniva barbaramente ucciso di fronte al palazzo dove abitava sua madre. Erano le 16.58 di domenica 19 luglio 1992.
Fu una strage di vite umane, che venne realizzata utilizzando un ingente quantitativo di tritolo stipato in una vecchia Fiat 126 parcheggiata sotto la casa dell’anziana madre del magistrato palermitano e che fu fatta esplodere quando Paolo Borsellino uscì dal portone d’ingresso dopo averle fatto visita. In quell’attentato persero la vita oltre a Borsellino anche i cinque agenti della sua scorta: Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio), Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Paolo Borsellino era nato il 19 gennaio del 1940 a Palermo, nel popolare quartiere Kalsa. Qui, da piccolo, conobbe Giovanni Falcone, più grande di lui di 8 mesi. Divennero subito amici. Un’amicizia profonda, vera, che durò tutta la vita.
Nel 1963 diventa il più giovane magistrato in Italia e, successivamente, qualche anno dopo, diviene Pretore di Monreale dove collabora con Emanuele Basile, capo dei carabinieri e anch’egli ucciso dalla mafia nel 1980.
Proprio nel 1980, nel mese di febbraio, Borsellino riesce a far arrestare i primi sei mafiosi, due dei quali erano legati a Leoluca Bagarella. Nel medesimo anno si costituisce il pool antimafia in cui ci sono lui e Falcone. Dopo l’arresto, nel 1984, di Tommaso Buscetta, che diviene collaboratore di giustizia, si arriva al maxiprocesso contro la mafia che si conclude poi il 16 dicembre 1987 con ben 342 condanne, tra cui 19 ergastoli.
La Città di Paullo ricorda quel tragico giorno, rendendo omaggio a Paolo Borsellino e al Giudice Falcone, che fino all’ultimo hanno vissuto sempre con un unico obiettivo: un mondo senza mafia.